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IL CORTOCIRCUITO DEI SETTE GENI NELLA MENTE DEI BAMBINI AUTISTICI

LA STAMPA
TUTTOSCIENZE
16/07/2014

“Il cortocircuito dei sette geni nella mente dei bambini autistici”

 

 

 
 
 
 
 
 

Andrea deve far suonare, con le nocche, ogni oggetto che incontra, Paolo non parla e, quando cammina, vuole svuotare e riempire i bidoni della spazzatura. Davide urla senza apparente motivo e si nasconde sotto il letto. Poi, però, c’è Francesco che parla e riesce a spiegarti cosa vede e come funzionano i suoi sensi con un video di sua realizzazione. 

Ragazzi diversi, che in comune hanno l’autismo, un disturbo poco conosciuto, ma sempre più diffuso. «Negli Anni 70 c’era un autistico ogni 100 mila abitanti, oggi un bambino su 100 è autistico. E ci sono picchi come la Corea, dove si arriva a uno su 80 abitanti». A spiegarlo è Lucio Moderato, direttore dei servizi territoriali della Fondazione Istituto Sacra Famiglia, docente all’Università Cattolica di Milano e direttore scientifico dell’associazione «Autismo e Società»: è uno dei massimi esperti italiani, autore di un centinaio di pubblicazioni e padre di «Superability», un metodo terapeutico per chi soffre di disabilità intellettive. 

 

Professore, da 30 anni lavora in questo campo e ha incontrato migliaia di soggetti autistici: pensa che questi dati allarmanti siano dovuti anche alla maggiore accuratezza delle diagnosi?  

«Le diagnosi sono più precise e tante forme di autismo, un tempo, non venivano riconosciute o venivano scambiate per altri disturbi, come la schizofrenia. Ma l’aumento dei casi c’è ed è reale».  

 

Da uno studio sul «Journal of the American Medical Association» emerge che il rischio di soffrire della sindrome sia al 50% genetico e al 50% ambientale. È così?  

«E’ vero, esiste un’interazione tra fattori genetici e fattori ambientali, ma l’interazione è particolare. Il rapporto tra i primi e i secondi è simile a quello tra una

 

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L INPS, L AUTISMO E LA RIFORMA DEGLI ACCERTAMENTI

Dopo il recente messaggio dell’INPS sull’autismo – che secondo la FISH potrà essere ritenuto positivo solo se ad esso seguiranno successivi approfondimenti – la Federazione stessa intende richiedere all’Istituto «l’apertura di uno specifico tavolo tecnico, per giungere alla definizione di nuove linee guida, ciò che rappresenta il preludio a una più ampia riflessione di sistema sui criteri di accertamento della disabilità» Ingresso di una sede INPS«Riteniamo che l’apertura sulla valutazione dei disturbi dello spettro autistico debba essere considerata positiva, solo se prelude a un successivo approfondimento. Sono necessarie, infatti, più compiute e omogenee indicazioni per la valutazione della disabilità che abbiano maggiore spessore, magari partendo dagli elementi scientifici contenuti nelle Linee Guida già approvate dall’Istituto Superiore di Sanità [“Linea Guida n. 21”, “Trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e adolescenti”, N.d.R.]. Solo così si eviteranno valutazioni improprie, inefficaci e molto difformi a seconda delle Commissioni di riferimento». Lo si legge in un comunicato della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), riferito al Messaggio n. 5544 prodotto il 23 giugno dall’INPS, di cui ci eravamo già occupati nei giorni scorsi. «Con una disposizione interna – si legge infatti nella nota della FISH – l’INPS ha accolto, anche se parzialmente, una diffusa istanza che riguarda le persone con autismo e l’accertamento della loro condizione ai fini dell’invalidità civile. L’Istituto ha riconosciuto la particolare natura dei disturbi dello spettro autistico e le difficoltà a livello diagnostico. Non a caso il Messaggio sembra ammettere l’opportunità di acquisire, al momento dell’accertamento dell’invalidità, documentazione clinica rilasciata da centri specializzati pubblici o accreditati. Tuttavia, nell’atto dell’Istituto, questa documentazione viene recepita solo in funzione di evitare, prima dei 18 anni, visite di revisione per i casi ritenuti più gravi. La rivedibilità rimane invece ammissibile per “i casi in cui le strutture di riferimento attestino disturbo dello spettro autistico di tipo lieve o borderline con ritardo mentale lieve o assente”. Il Messaggio, per altro, affrontando un aspetto delicato di evidente disagio, non ha la pretesa di rappresentare più articolate “linee guida”». A questo punto, quindi, la FISH, grazie alle competenze delle organizzazioni ad essa aderenti, che maggiormente si occupano di autismo, intende richiedere all’INPS «l’apertura di uno specifico tavolo tecnico per giungere alla definizione di nuove linee guida, ciò che rappresenta il preludio a una più ampia riflessione di sistema sui criteri di accertamento della disabilità, tema centrale e ancora “insondato”, nonostante i ripetuti appelli e le indicazioni del Programma di Azione Biennale per la Promozione dei Diritti e l’Integrazione delle Persone con Disabilità, approvato con il Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) del 4 ottobre 2013 [Gazzetta Ufficiale n. 303 del 28 dicembre 2013, N.d.R.]». (S.B.) Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it. Fonte: www.superando.it
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LEGAME TRA PESTICIDI E AUTISMO?

Emerge un legame tra pesticidi e autismo?

di   - 24/06/2014 - Uno studio californiano rivela una maggiore incidenza dalla malattia tra quanti vivono nei pressi dei campi

Fonte : http://www.giornalettismo.com/archives/1534779/emerge-un-legame-tra-pesticidi-e-autismo/

Emerge un legame tra pesticidi e autismo?
 
 
 

Uno studio condotto da accademici californiani rileva un rischio d’autismo fino a tre volte maggiore per le gravidanze consumate in prossimità dei campi coltivati.

pesticidi

LA RICERCA - Si chiama CHARGE (Childhood Autism Risks from Genes and Environment) ed è stato condotto e pubblicato da specialisti e accademici californiani, lo studio che rivela un legame tra un maggior rischio di autismo e la vicinanza della residenza delle puerpere ai campi. Lo studio sembra indcare che il rischio si fino al 60% più elevato per le gravidanze consumate entro un miglio di distanza dai campi e che questo rischio triplica se l’esposizione avviene durante il terzo trimestre.

UNA CONFERMA - Lo studio, che si va ad aggiungere ad altri che indicano nei pesticidi le sostanze con maggiore correlazione con l’insorgenza delle diverse forme d’autismo, ha valutato un migliaio di casi indagando l’esposizione agli inquinanti, eventuali assunzioni di medicinali e vitamine, patologie sviluppate in gravidanza e lo status socio-economico delle puerpere. La conclusione è che le donne che vivono nei pressi dei campi cosparsi di pesticidi hanno un rischio di mettere al mondo figli autistici nettamente superiori a quelle che vivono lontano.

LEGGI ANCHE: Il ddl del M5S sui vaccini che ti farà rimpiangere il grano saraceno

TENETE LE GRAVIDANZE LONTANE DAI CAMPI - Ora i ricercatori cercano fondi per continuare e ampliare la ricerca, ma intanto è opinione comune che il risultato spinga a ribadire il consiglio d’evitare il contatto o la vicinanza con i pesticidi alle donne in gravidanza. Tali composti infatti hanno comunque una neurotossicità e una pericolosità ampiamente documentate a prescindere dal pericolo relativo all’autismo.

 

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